La ventesima edizione di éStoria è dedicata alle Date, un tema metastorico, appropriato alla contingenza, ma allo stesso tempo sterminato. Per affrontarlo è stato necessario individuare una traiettoria cronologica che coniugasse una certa coerenza storiografica con il linguaggio della levità e, occorre confessarlo, della casualità parlato dai Festival. Si è scelto allora di mettere assieme suggestioni derivate dalla Big History e alcuni dei momenti canonici dei nostri – ingiustamente vituperati – programmi scolastici. Ne è nato un palinsesto che mette insieme ad esempio il Big Bang e il 476 d. C., l’era dei dinosauri e il 1492, l’evoluzione dell’uomo e il 1789, l’Anno Mille e la Prima guerra mondiale, alcuni anniversari importanti del 2024 (il settecentesimo della morte di Marco Polo), qualche scelta apparentemente eccentrica come la morte di Erodoto nel 425 a. C., le date essenziali del mondo asiatico e quelle dell’Africa contemporanea: una riflessione sul tempo che sovrasta gli eventi, da un lato, dall’altro un ragionamento sulle strutture profonde della Storia che scorrono al di sotto di quei fragili simulacri che sono appunto le date.